Il Giardino dei Mattarelli

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Il 4 Agosto di 13 anni fa, un gruppo di squatters ed anarchici decideva di occupare questo edificio, in totale stato di abbandono da più di dieci anni, per dargli nuova vita ed un uso diverso rispetto a quello pensato per le sue origini. Tale struttura infatti, nel più ampio complesso manicomiale della certosa, è stata progettata e costruita all’inizio del ‘900 per ospitare I cosiddetti “furiosi”, i “pazzi” criminali, incrocio quindi tra due istituzioni totali: il manicomio ed il carcere. Quella che era stata la vocazione originaria (e strumentale…) dei certosini di Collegno di raccogliere dalla popolazione “mentecatti, poveri di spirito, pazzarelli…”, si trasforma nel tempo fino a diventare Regio Manicomio della città di Torino.

La storia particolare di questo edificio, vivendo tra queste mura da anni, non poteva non rimanere impressa nella storia stessa del Mezcal. La psichiatria da un lato come pseudo-scienza priva dei requisiti minimi, analitici e quantitativi, delle altre scienze e dall’altro come pseudo-medicina che invece di curare i pazienti si è ritrovata molto più spesso a isolare dal corpo ”sano e normale” della società tutti quegli individui considerati non conformi per pensieri e comportamenti, donne libertine, omosessuali ma anche sindacalisti o anarchici; un’istituzione che aliena dal mondo i suoi internati e li contiene con muri, sbarre, serrature, camicie di forza, legacci, che tortura con l’elettricità, che lobotomizza prima chirurgicamente e poi chimicamente, con psicofarmaci e pillole varie, con effetti non meno devastanti; sono queste tutte tematiche a noi care.

Oltre a recuperare e a ristrutturare gli interni, fin da subito, abbiamo incominciato a curare anche la parte “verde” all’esterno: piantando alberi da frutta (e non), fiori ,arbusti, contenendo edera e rovi, potando lo stretto necessario gli esemplari già presenti qui quando siamo arrivati. Nel tempo è sorta l’idea di creare attorno alla casa un piccolo giardino, rigoglioso da vedere, profumato da annusare ed a volte con qualche frutto da mangiare. A scopo didattico abbiamo aggiunto una scheda esplicativa per ciascuna pianta. Vogliamo costruire nel tempo uno spazio di quiete per l’animo dei passanti e che testimoni anche il nostro amore per la Terra e per quegli organismi viventi, miti e silenziosi, che permettono agli umani di respirare.

Inaugurando questo Giardino, abbiamo deciso di rendere un piccolo omaggio a tutti coloro che nel tempo e loro malgrado sono finiti negli ingranaggi micidiali della psichiatria, qui ed altrove. Un Giardino non dedicato agli Artaud, ai Van Gogh, ai De Sade o ai Campana e alle Merini del mondo, a cui nulla vogliamo togliere, bensì a ricordo dei Sergio e dei Sabatino, degli sconosciuti e degli anonimi, delle persone la cui esistenza è stata risucchiata, delle persone i cui libri, quadri, opere d’arte e pensieri geniali sono rimasti nell’ombra, o di chi si esprimeva in altri modi e che non meritavano in ogni caso un’ esistenza da “malati”, il cui unico lascito sono le annotazioni in inchiostro su qualche registro che ingiallisce abbandonato in una cantina.

In loro memoria, in loro ricordo,

le occupanti e gli occupanti del Mezcal 4 agosto, 2019

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